Proposta di lotta movimento studentesco
PROPOSTA di LOTTA del Movimento Studentesco degli Istituti Sperimantali
Collettivo M.S.
Liceo Sperimentale
Via Panzini 4 Roma
ELEMENTI DI ANALISI DELLE SCUOLE SPERIMENTALI
Funzione degli sperimentali
Le scuole e le sezioni sperimentali sono state costituite, non a caso, nel '68 con la precisa funzione di calmare e sviare la volontà di lotta degli studenti,che si manifestava in quel periodo con tutta la sua forza, e di mistificare sulle reali disponibilità del governo nei confronti delle masse giovanili.
Infatti, con queste scuole, da una parte, venivano dati agli studenti che le frequentavano una serie di strutture e di "spazi democratici" che nelle scuole tradizionali non esistevano, e dall’altra si faceva passare, fra gli studenti che non le frequentavano, la sperimentazione come un esempio di nuova scuola modello la cui validità si doveva verificare nella pratica, lasciando ._così la grande massa degli studenti con i suoi problemi non ancora risolti ma con il miraggio della scuola "nuova e diversa".
Con questò si pensava di illudere gli studenti di aver ottenuto una scuola che realmente soddisfacesse le loro esigenze. Ma questi capirono ben presto che la scuola sperimentale era ben lungi dall’essere una "scuola ideale", per una seria di contraddizioni esistenti all'interno di queste scuole, e precisamente:
1) Gli sperimentali. sono limitati nei numero e non coinvolgono, quindi, la massa degli studenti i cui problemi restano insoluti.
2) Gli studenti che li frequentano sono in gran parte figli di "intellettuali di sinistra" della media ed alta borghesia, perché la parola. "speri1nentale" non offre alle masse giovanili la sicurezza di un istituto che dia una qualificazione professionale e uno sbocco nella vita lavorativa.
3) I figli degli “intellettuali di sinistra", convergono da ogni zona cittadina, mentre i figli dei lavoratori, per evidenti ragioni economiche, si dirigono verso le scuole di zona, mancanti di ogni struttura e servizio.
Quindi queste scuole "innovatrici" e "rivoluzionarie" non divennero altro che gabbie di cristallo e venivano isolate sempre di più dalla realtà delle masse.
Situazione attuale e boicottaggio ministeriale
Rendendosi dunque conto di queste contraddizioni gli studenti cominciarono,a rompere l'isolamento in cui li aveva gettati il governo, portando all'esterno le loro esperienze ed utilizzando tutti quegli spazi democratici e le agevolazioni avute, per portare avanti la loro lotta politica.
Non appena le autorità scolastiche si sono rese conto che gli studenti delle scuole e sezioni sperimentali, divenendo coscienti dei problemi delle masse studentesche e popolari, avrebbero fatto della loro situazione "speciale" un esempio di come poteva essere gestita la scuola didatticamente e politicamente, dimostrando come era possibile e concreto studiare in un modo diverso, più reale e più scientifico, si sono affrettate a chiudere la gran parte delle sezioni sperimentali interne a scuole tradizionali.
Non sono però riuscite a fare lo stesso per le scuole sperimentali, che portano avanti ,tuttora le esperienze iniziate. Questo perché le scuole sperimentali hanno un ordinamento giuridico e legale proprio e quindi non possono essere chiuse senza motivazioni serie.
Contro queste scuole viene però portata avanti un’opera di boicottaggio sia economico sia scientifico, nel senso che, da,una parte non vengono stanziati fondi, bloccando così l'acquisto di materiale e l'attuazione di iniziative di qualsiasi tipo, e dall'altra vengono imposti professori reazionari che non si pongono il compito di attuare la sperimentazione didattica e si impedisce agli studenti di queste scuole di usufruire delle strutture didattiche e scientifiche presenti nella scuola.
Il governo Rumor, che si dimostra nei fatti il continuatore diretto della politica del governo di centro-destra Andreotti, che il PCI ha inteso come “inversione di tendenza” e verso il quale ha preso un atteggiamento di “nuova opposizione” impegnandosi a condurre contro i provvedimenti antipopolari e antidemocratici solo un inconcludente “battaglia di emendamenti” al parlamento, non ha mostrato assolutamente l'intenzione di cambiare l'atteggiamento, che, rispetto agli sperimentali ed alla scuola in generale, avevano assunto i governi precedenti. Le spese del governo per la scuola anche se ufficialmente sarebbero aumentate, restano sempre meno del 20% del bilancio statale. Per l'edilizia scolastica, dei 70 miliardi previsti ne sono stati stanziati solo 30. Il PCI rispetto a questo provvedimento, all'interno della sua politica di “lotta per gli emendamenti", si è battuto in parlamento solo perchè i 30 miliardi stanziati venissero effettivamente usati e non per fare stanziare i 70 miliardi previsti.
Malfatti è riuscito a far passare da 25 a 35 il massimo degli alunni per classe, riducendo così notevolménte il numero dei posti per gli insegnanti ed aumentando i disagi degli studenti e del personale insegnante e non. L'invio di docenti di ruolo e il taglio dei fondi agli sperimentali non è stato affatto smorzato, anzi.
Appare chiaro come l'atteggiamento del governo Rumor rispetto alla scuola non sia migliorato rispetto al precedente governo, anzi è peggiorato, allontanando sempre di più la scuola dalle masse e attaccando la libertà di insegnamento con la legge sullo stato giuridico.
Gestiamo in modo alternativo gli spazi presenti all'interno della scuola
Per reagire al clima di repressione è necessaria, dunque, una gestione cosciente e fruttuosa di quegli "spazi democratici"(assemblee, collettivi di classe e di sezione, possibilità di riunione) che possono e devono diventare strumenti che abbiano un'effettiva forza e che siano sentiti dagli studenti. Evitiamo dunque che la “maggiore democrazia” degli sperimentali venga usata esclusivamente per momenti continui di inutili e astratti dibattiti, ma facciamo in modo che l’assemblea e le altre forme di democrazia, presenti all'interno della scuola, siano collegate a momenti effettivi di discussione, non astratta e inconcludente, e di lavoro concreto. Altrimenti si va incontro ad una perdita di valore di questi momenti e ad un calo della volontà di lotta degli studenti.
L’assemblea, unica, struttura decisionale della scuola (e non i “parlamentini” dei rappresentanti di classe, voluti dal ministero con l’appoggio del PCI), perché sia sentita effettivamente dagli studenti e perché non perda il suo significato, deve essere usata solo in due casi: quando avvenimenti politici gravi ed urgenti e che abbiano un’effettiva eco nella nazione, la rendano necessaria e quando occorre una verifica ed una concretizzazione degli obiettivi che ci si prefigge all’interno della scuola.
Lotta per la scientificità e la didattica
Nel campo didattico, dal duplice punto di vista dei contenuti dello studio e della metodologia, dobbiamo batterci per mettere la scuola al servizio delle masse popolari. Il che significa, concretamente, battersi contro le lezioni cattedratiche, contro il nozionismo, battersi perché vengano dati agli studenti strumenti di analisi e di critica, perché ciò che si apprende serva realmente agli studenti nella vita.
Ad un osservatore esterno potrebbe sembrare che all'interno degli sperimentali questi obbiettivi siano stati raggiunti e che la pratica quotidiana di insegnamento e di apprendimento sia conseguente a questo discorso. In realtà non è così: in molte classi, in molti corsi, e, in alcune situazioni, addirittura in tutta una scuola (oin una sezione), le lezioni vengono portate avanti in maniera tradizionale, anche se poi i metodi di valutazione non sono gli stessi.
Organizziamoci, dunque, perché sia abolita definitivamente la lezione “tradizionale" sostituendola con gruppi di studio e seminari, per evitare che i contenuti dello studio, all'interno degli sperimentali in maniera ancora più mistificata, siano nozionistici ed astratti.
Le materie scientifiche vanno inquadrate all'interno del periodo storico che ne ha sviluppato le scoperte evitando di formare dei "compartimenti stagni” che presentano le materie a sé stanti e che non sono mai esistiti. Bisogna inoltre inquadrare le varie scoperte, oltre che nei periodi storici che le caratterizzano, anche nell'otticca della loro effettiva utilizzazione, o non utilizzazione, nella pratica. E' _necessario individuare perché esse vengono utilizzate solo in un senso ben preciso, e non vengano invece sviluppate per il miglioramento della condizioni di vita delle masse popolari.
Le materie umanistiche vanno studiate analizzando il reale cammino svolto dall'umanità e le evoluzioni che si sono verificate nella società partendo dall'effettiva realtà di classe di questo o quel periodo. Ricordiamoci che la storia non la fanno gli imperatori o i grandi generali ma che il vero protagonista è il popolo.
Per quanto riguarda la geografia sappiamo che non serve a niente sapere che, ad esempio, nel Cile ci sono vaste miniere di rame quando non sappiamo quale è la politica degli USA di sfruttamento totale delle risorse economiche del paese e del boicottaggio che è stato fatto al governo di Unidad Popular ed alla giusta politica di nazionalizzazione portata avanti dal compagno Allende, boicottaggio che è arrivato - grazie alla complicità della DC, vera nemica delle masse popolari - al colpo di stato fascista ed al genocidio di un popolo intero con i mezzi più brutali ed inumani.
All'interno degli sperimentali esistono, al contrario che nelle altre scuole, una serie di materie, che variano situazione per situazione, che vanno dal teatro, alla psicologia, alla fotografia ecc. rispetto alle quali bisogna fare un discorso ben preciso. Con quale criterio sono state scelte e introdotte queste materie? Se sono fini a sé stesse, o di completamento alle altre, che è la stessa cosa, la loro impostazione è sbagliata. Queste materie possono e devono essere intese come strumenti di analisi e critica della società, vanno utilizzate con uno scopo ben preciso, portando avanti un giusto discorso culturale e non come aggregate di materie “più importanti". Sono strumenti molto importanti nel campo delle comunicazione di massa e possono, devono svolgere questo ruolo con serietà e negli interessi delle masse popolari.
Tra tutte le materie bisogna realizzare l'interdisciplinarietà nell'ottica di una lotta al nozionismo e alla visione a “compartimenti stagni" dello studio.
Collegamenti con il quartiere e con gli insegnanti
Al raggiungimento di questi obbiettivi dobbiamo cercare una più ampia unità e collaborazione con gli insegnanti democratici aprendo con loro un dibattito su questi temi e trovando insieme i metodi di lotta più adatti da usare al1’interno di ogni singola scuola o sezione sperimentale.
La nostra esperienza non deve rimanere isolata ed infruttuosa ma deve confrontarsi costantemente con la realtà delle altre scuole, in particolare quelle del quartiere in cui ci si trova, e con gli altri istituti sperimentali perché il nostro non sia né un discorso che cada dall'alto di una situazione privilegiata, ma parte invece dalle reali esigenze delle masse studentesche, né un discorso di élite, ma abbia uno sbocco pratico e sia di aiuto in altre situazioni dove si vuole portare avanti la stessa esperienza.
Dobbiamo perciò collegarci con gli organismi politici di quartiere e con gli studenti delle altre scuole per cercare di attuare un'unità azione all'interno delle varie situazioni e per non cadere nel corporativismo.
Si deve lottare per mettere concretamente la scuola al servizio delle masse popolari ed è quindi necessario aprire al quartiere tutte quelle strutture, biblioteca, palestra, ambulatorio scolastico, ecc., che ci siamo conquistate e che vanno gestite ed utilizzate in questo senso.
TUTTI GLI STUDENTI E GLI INSEGNANTI DEMOCRATICI SONO INVITATI AD APRIRE UN DIBATTITO SU QUESTI PROBLEMI ALL’INTERNO DELLA LORO SCUOLA RIUNENDOSI IN ASSEMBLEE E IN COLLETTIVI
Collettivo M.S.
Liceo Sperimentale
Via Panzini 4 Roma
ELEMENTI DI ANALISI DELLE SCUOLE SPERIMENTALI
Funzione degli sperimentali
Le scuole e le sezioni sperimentali sono state costituite, non a caso, nel '68 con la precisa funzione di calmare e sviare la volontà di lotta degli studenti,che si manifestava in quel periodo con tutta la sua forza, e di mistificare sulle reali disponibilità del governo nei confronti delle masse giovanili.
Infatti, con queste scuole, da una parte, venivano dati agli studenti che le frequentavano una serie di strutture e di "spazi democratici" che nelle scuole tradizionali non esistevano, e dall’altra si faceva passare, fra gli studenti che non le frequentavano, la sperimentazione come un esempio di nuova scuola modello la cui validità si doveva verificare nella pratica, lasciando ._così la grande massa degli studenti con i suoi problemi non ancora risolti ma con il miraggio della scuola "nuova e diversa".
Con questò si pensava di illudere gli studenti di aver ottenuto una scuola che realmente soddisfacesse le loro esigenze. Ma questi capirono ben presto che la scuola sperimentale era ben lungi dall’essere una "scuola ideale", per una seria di contraddizioni esistenti all'interno di queste scuole, e precisamente:
1) Gli sperimentali. sono limitati nei numero e non coinvolgono, quindi, la massa degli studenti i cui problemi restano insoluti.
2) Gli studenti che li frequentano sono in gran parte figli di "intellettuali di sinistra" della media ed alta borghesia, perché la parola. "speri1nentale" non offre alle masse giovanili la sicurezza di un istituto che dia una qualificazione professionale e uno sbocco nella vita lavorativa.
3) I figli degli “intellettuali di sinistra", convergono da ogni zona cittadina, mentre i figli dei lavoratori, per evidenti ragioni economiche, si dirigono verso le scuole di zona, mancanti di ogni struttura e servizio.
Quindi queste scuole "innovatrici" e "rivoluzionarie" non divennero altro che gabbie di cristallo e venivano isolate sempre di più dalla realtà delle masse.
Situazione attuale e boicottaggio ministeriale
Rendendosi dunque conto di queste contraddizioni gli studenti cominciarono,a rompere l'isolamento in cui li aveva gettati il governo, portando all'esterno le loro esperienze ed utilizzando tutti quegli spazi democratici e le agevolazioni avute, per portare avanti la loro lotta politica.
Non appena le autorità scolastiche si sono rese conto che gli studenti delle scuole e sezioni sperimentali, divenendo coscienti dei problemi delle masse studentesche e popolari, avrebbero fatto della loro situazione "speciale" un esempio di come poteva essere gestita la scuola didatticamente e politicamente, dimostrando come era possibile e concreto studiare in un modo diverso, più reale e più scientifico, si sono affrettate a chiudere la gran parte delle sezioni sperimentali interne a scuole tradizionali.
Non sono però riuscite a fare lo stesso per le scuole sperimentali, che portano avanti ,tuttora le esperienze iniziate. Questo perché le scuole sperimentali hanno un ordinamento giuridico e legale proprio e quindi non possono essere chiuse senza motivazioni serie.
Contro queste scuole viene però portata avanti un’opera di boicottaggio sia economico sia scientifico, nel senso che, da,una parte non vengono stanziati fondi, bloccando così l'acquisto di materiale e l'attuazione di iniziative di qualsiasi tipo, e dall'altra vengono imposti professori reazionari che non si pongono il compito di attuare la sperimentazione didattica e si impedisce agli studenti di queste scuole di usufruire delle strutture didattiche e scientifiche presenti nella scuola.
Il governo Rumor, che si dimostra nei fatti il continuatore diretto della politica del governo di centro-destra Andreotti, che il PCI ha inteso come “inversione di tendenza” e verso il quale ha preso un atteggiamento di “nuova opposizione” impegnandosi a condurre contro i provvedimenti antipopolari e antidemocratici solo un inconcludente “battaglia di emendamenti” al parlamento, non ha mostrato assolutamente l'intenzione di cambiare l'atteggiamento, che, rispetto agli sperimentali ed alla scuola in generale, avevano assunto i governi precedenti. Le spese del governo per la scuola anche se ufficialmente sarebbero aumentate, restano sempre meno del 20% del bilancio statale. Per l'edilizia scolastica, dei 70 miliardi previsti ne sono stati stanziati solo 30. Il PCI rispetto a questo provvedimento, all'interno della sua politica di “lotta per gli emendamenti", si è battuto in parlamento solo perchè i 30 miliardi stanziati venissero effettivamente usati e non per fare stanziare i 70 miliardi previsti.
Malfatti è riuscito a far passare da 25 a 35 il massimo degli alunni per classe, riducendo così notevolménte il numero dei posti per gli insegnanti ed aumentando i disagi degli studenti e del personale insegnante e non. L'invio di docenti di ruolo e il taglio dei fondi agli sperimentali non è stato affatto smorzato, anzi.
Appare chiaro come l'atteggiamento del governo Rumor rispetto alla scuola non sia migliorato rispetto al precedente governo, anzi è peggiorato, allontanando sempre di più la scuola dalle masse e attaccando la libertà di insegnamento con la legge sullo stato giuridico.
Gestiamo in modo alternativo gli spazi presenti all'interno della scuola
Per reagire al clima di repressione è necessaria, dunque, una gestione cosciente e fruttuosa di quegli "spazi democratici"(assemblee, collettivi di classe e di sezione, possibilità di riunione) che possono e devono diventare strumenti che abbiano un'effettiva forza e che siano sentiti dagli studenti. Evitiamo dunque che la “maggiore democrazia” degli sperimentali venga usata esclusivamente per momenti continui di inutili e astratti dibattiti, ma facciamo in modo che l’assemblea e le altre forme di democrazia, presenti all'interno della scuola, siano collegate a momenti effettivi di discussione, non astratta e inconcludente, e di lavoro concreto. Altrimenti si va incontro ad una perdita di valore di questi momenti e ad un calo della volontà di lotta degli studenti.
L’assemblea, unica, struttura decisionale della scuola (e non i “parlamentini” dei rappresentanti di classe, voluti dal ministero con l’appoggio del PCI), perché sia sentita effettivamente dagli studenti e perché non perda il suo significato, deve essere usata solo in due casi: quando avvenimenti politici gravi ed urgenti e che abbiano un’effettiva eco nella nazione, la rendano necessaria e quando occorre una verifica ed una concretizzazione degli obiettivi che ci si prefigge all’interno della scuola.
Lotta per la scientificità e la didattica
Nel campo didattico, dal duplice punto di vista dei contenuti dello studio e della metodologia, dobbiamo batterci per mettere la scuola al servizio delle masse popolari. Il che significa, concretamente, battersi contro le lezioni cattedratiche, contro il nozionismo, battersi perché vengano dati agli studenti strumenti di analisi e di critica, perché ciò che si apprende serva realmente agli studenti nella vita.
Ad un osservatore esterno potrebbe sembrare che all'interno degli sperimentali questi obbiettivi siano stati raggiunti e che la pratica quotidiana di insegnamento e di apprendimento sia conseguente a questo discorso. In realtà non è così: in molte classi, in molti corsi, e, in alcune situazioni, addirittura in tutta una scuola (oin una sezione), le lezioni vengono portate avanti in maniera tradizionale, anche se poi i metodi di valutazione non sono gli stessi.
Organizziamoci, dunque, perché sia abolita definitivamente la lezione “tradizionale" sostituendola con gruppi di studio e seminari, per evitare che i contenuti dello studio, all'interno degli sperimentali in maniera ancora più mistificata, siano nozionistici ed astratti.
Le materie scientifiche vanno inquadrate all'interno del periodo storico che ne ha sviluppato le scoperte evitando di formare dei "compartimenti stagni” che presentano le materie a sé stanti e che non sono mai esistiti. Bisogna inoltre inquadrare le varie scoperte, oltre che nei periodi storici che le caratterizzano, anche nell'otticca della loro effettiva utilizzazione, o non utilizzazione, nella pratica. E' _necessario individuare perché esse vengono utilizzate solo in un senso ben preciso, e non vengano invece sviluppate per il miglioramento della condizioni di vita delle masse popolari.
Le materie umanistiche vanno studiate analizzando il reale cammino svolto dall'umanità e le evoluzioni che si sono verificate nella società partendo dall'effettiva realtà di classe di questo o quel periodo. Ricordiamoci che la storia non la fanno gli imperatori o i grandi generali ma che il vero protagonista è il popolo.
Per quanto riguarda la geografia sappiamo che non serve a niente sapere che, ad esempio, nel Cile ci sono vaste miniere di rame quando non sappiamo quale è la politica degli USA di sfruttamento totale delle risorse economiche del paese e del boicottaggio che è stato fatto al governo di Unidad Popular ed alla giusta politica di nazionalizzazione portata avanti dal compagno Allende, boicottaggio che è arrivato - grazie alla complicità della DC, vera nemica delle masse popolari - al colpo di stato fascista ed al genocidio di un popolo intero con i mezzi più brutali ed inumani.
All'interno degli sperimentali esistono, al contrario che nelle altre scuole, una serie di materie, che variano situazione per situazione, che vanno dal teatro, alla psicologia, alla fotografia ecc. rispetto alle quali bisogna fare un discorso ben preciso. Con quale criterio sono state scelte e introdotte queste materie? Se sono fini a sé stesse, o di completamento alle altre, che è la stessa cosa, la loro impostazione è sbagliata. Queste materie possono e devono essere intese come strumenti di analisi e critica della società, vanno utilizzate con uno scopo ben preciso, portando avanti un giusto discorso culturale e non come aggregate di materie “più importanti". Sono strumenti molto importanti nel campo delle comunicazione di massa e possono, devono svolgere questo ruolo con serietà e negli interessi delle masse popolari.
Tra tutte le materie bisogna realizzare l'interdisciplinarietà nell'ottica di una lotta al nozionismo e alla visione a “compartimenti stagni" dello studio.
Collegamenti con il quartiere e con gli insegnanti
Al raggiungimento di questi obbiettivi dobbiamo cercare una più ampia unità e collaborazione con gli insegnanti democratici aprendo con loro un dibattito su questi temi e trovando insieme i metodi di lotta più adatti da usare al1’interno di ogni singola scuola o sezione sperimentale.
La nostra esperienza non deve rimanere isolata ed infruttuosa ma deve confrontarsi costantemente con la realtà delle altre scuole, in particolare quelle del quartiere in cui ci si trova, e con gli altri istituti sperimentali perché il nostro non sia né un discorso che cada dall'alto di una situazione privilegiata, ma parte invece dalle reali esigenze delle masse studentesche, né un discorso di élite, ma abbia uno sbocco pratico e sia di aiuto in altre situazioni dove si vuole portare avanti la stessa esperienza.
Dobbiamo perciò collegarci con gli organismi politici di quartiere e con gli studenti delle altre scuole per cercare di attuare un'unità azione all'interno delle varie situazioni e per non cadere nel corporativismo.
Si deve lottare per mettere concretamente la scuola al servizio delle masse popolari ed è quindi necessario aprire al quartiere tutte quelle strutture, biblioteca, palestra, ambulatorio scolastico, ecc., che ci siamo conquistate e che vanno gestite ed utilizzate in questo senso.
TUTTI GLI STUDENTI E GLI INSEGNANTI DEMOCRATICI SONO INVITATI AD APRIRE UN DIBATTITO SU QUESTI PROBLEMI ALL’INTERNO DELLA LORO SCUOLA RIUNENDOSI IN ASSEMBLEE E IN COLLETTIVI